Da Viterbo a Vetralla seguirete il percorso ufficiale della Via Francigena con l'attraversamento di un noccioleto (i cui rami a terra sono ricchi di spine pericolose per le ruote) e qualche tratto sconnesso che richiederà tutto il nostro impegno e una piccola deviazione prima di Capranica.
Dopo il borgo prenderete una lunga variante perché il bosco di Turona è precluso a causa di un ingresso eccessivamente in pendenza e grossi ostacoli lungo il sentiero.
A Sutri la cappella del Mitreo non è accessibile, ma potrete godervi una passeggiata nel parco archeologico, nella Villa Savorelli e nell'anfiteatro.
Luoghi di particolare interesse
Criticitá sul percorso accessibile
Criticitá sul percorso ufficiale
Le indicazioni di pericolo in mappa identificano le criticità che non consentono a una persona a mobilità ridotta di seguire in autonomia il percorso pedonale della Via Francigena
Se hai segnalazioni o suggerimenti puoi contribuire scrivendo una mail a info@freewheelsonlus.com
Lascio Viterbo con la certezza di poter seguire per intero la Via fino a Vetralla, come mi è stato segnalato da Pietro.
A parte qualche tratto non semplice, percorro chilometri di sentieri assolati fino a giungere al borgo di Vetralla.
Questa è la mia ultima tappa in solitaria.
A Sutri incontrerò Giulia. Per la prima volta, dopo tanti propositi di fare il cammino e svariate difficoltà, saremo finalmente insieme lungo la Via.
Penso a dov'ero appena due anni fa; inchiodato a un letto di ospedale senza sapere se mai sarei potuto tornare a tracciare cammini.
Giulia era sempre lì, al mio fianco, anche durante la parte più oscura del mio cammino.
L'inizio di questa tappa è stata semplice, la Via scorreva leggera sotto le ruote della mia carrozzina.
Ma il cammino ci mette alla prova quando meno ce lo aspettiamo.
Penso alla mia Giulia mentre scrivo questo diario. Penso che senza il suo amore non sarei potuto tornare in cammino. Fra pochi giorni saremo, per la prima volta insieme, lungo la Via.
Nell'era della geolocalizzazione digitale, ho capito che perdersi a volte è l'unico modo per scoprire dove si vuole andare.
Ritrovarmi sul limitare del bosco di Sutri mi rendeva irrequieto, perché non potevo sapere cosa mi attendesse se mi fossi inoltrato nel suo folto. La mia inarrestabile tensione verso l'ignoto ha avuto la meglio.
Più avanzavo al suo interno, più il bosco sembrava cingermi minaccioso. Infine, mi trovai dinanzi un enorme masso che mai avrei potuto oltrepassare.
È stato come cadere, precipitare, pur senza muovermi dalla carrozzina. Avevo smarrito ogni speranza di poter andare avanti. Pensavo a tutti i "se" della mia esistenza, a tutte quelle possibilità che mi sembravano precluse; alla disabilità della mia anima.
Perdendo ogni speranza ho compreso e accettato i miei limiti e forse ho trovato l'uomo che desideravo diventare.
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